RITA PAVONE - DATEMI UN MARTELLO

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DATEMI UN MARTELLO

RITA PAVONE
COMPOSITORI: BARDOTTI, LEE HAYS E PETE SEEGER
PAESE: ITALIA
ALBUM: COME LEI NON C'É NESSUNO
ETICHETTA: SONY
GANERE: POP-ROCK
ANNO: 1964
 
       Rita Ori Filomena Merk-Pavone, coniugata Ricordi, nota come Rita Pavone (Torino, 23 agosto 1945) è una cantante, attrice e showgirl italiana naturalizzata svizzera.
    Nota come la Zanzara di Torino, fu soprannominata anche Pel di carota per via del colore rosso della sua capigliatura. Dotata di una voce da soprano, ha pubblicato i suoi dischi in tutto il mondo, incidendo in sette lingue diverse, ed è una delle otto cantanti pop italiane a essere entrate in classifica nel Regno Unito. In totale, ha venduto circa 50 milioni di dischi in tutto il mondo.
       Rita nasce e vive i suoi primi anni in via Malta 43, nel quartiere Borgo San Paolo di Torino. La famiglia di origine era composta dal padre Giovanni Pavone, un operaio dela Fiat Mirafiori di origini siciliane(1912–1990), la madre Maria, casalinga di origini ferraresi, e i fratelli Piero, Carlo e Cicco. Rita Pavone passava i suoi giorni di villeggiatura nella frazione Grandi Tanze di Mattie(Torino), dove ha fatto costruire una casa per sua madre.
     Rita, terza dei quattro figli della coppia, si iscrive alla prima liceo dell'istituto statale Santorre di Santarosa ma, nell'inverno 1959-60, la famiglia si trasferisce in un altro quartiere, presso le case operaie dela Fiat di via Chiala 19, alle "Basse" di Mirafiori Sud.
        Nello stesso periodo, appoggiata e incoraggiata dal padre Giovanni, esordisce al Teatro Alfieri di Torino in uno spettacolo per ragazzini dal titolo Telefoniade, e realizzato dall'allora società telefonica Stipel. È quella la prima volta che Rita si esibisce davanti a un pubblico, e lo fa in due uscite: nel primo tempo, truccata da ragazza di colore e con addosso un frac di raso nero nella interpretazione di Swanee, brano reso famoso dal cantante statunitense Al Jolson; poi, nel secondo tempo, nei panni di un'inglesina in visita a Roma cantando il brano di Renato Rascel, Arrivederci Roma. Tra la fine del 1959 e l'inizio del 1961 si fa notare esibendosi prima in feste studentesche, poi in alcuni locali torinesi, come l'Apollo Danze, La Serenella, La Perla, l'Hollywood Dance o il Principe, guadagnandosi il soprannome di "Paul Anka in gonnella" grazie alla scelta di un repertorio che prediligeva proprio i brani del famoso cantante canadese.
       Rita deve aiutare economicamente la famiglia con lavori saltuari presso una camiceria e, allo scopo di ottenere un diploma, si iscrive a dei corsi festivi dell'Istituto Tecnico Commerciale; gli orari di lavoro però, non le consentono di proseguire gli studi.
     Nel 1962 partecipa alla prima edizione del Festival degli sconosciuti di Ariccia, che vince interpretando Moliendo Café e altri brani del repertorio di Mina. Il patron della manifestazione del Festival è il cantante Teddy Reno, che diviene il suo pigmalione e che sposerà sei anni dopo in Svizzera, tra le polemiche a causa della notevole differenza d'età tra i due e per il fatto che all'epoca Teddy Reno era già sposato civilmente con Vania Protti, dalla quale aveva anche avuto un figlio. Con Teddy, Rita ha avuto due figli: Alessandro (1969) e Giorgio (1974). Risiedono in Svizzera a partire dal 1968.
     La vittoria di Ariccia nel 1962 le procura un provino con l'RCA Italiana e le fa ottenere immediatamente un contratto discografico, che la consacra al grande pubblico negli anni a seguire

Datemi un martello
Che cosa ne vuoi fare?
Lo voglio dare in testa
A chi non mi va, sì, sì, sì
 
A quella smorfiosa
Con gli occhi dipinti
Che tutti quanti fan ballare
Lasciandomi a guardare
Eh, eh, che rabbia mi fa
Um, um, che rabbia mi fa
 
E, e datemi un martello
Che cosa ne vuoi fare?
Lo voglio dare in testa
A chi non mi va
A tutte le coppie
Che stanno appiccicate
Che vogliono le luci spente
E le canzoni lente, ha ha
Che noia mi da, uffa
Che noia mi da
 
Eh datemi un martello
Che cosa ne vuoi fare?
Per rompere il telefono
L'adopererò
Perchè tra pochi minuti
Mi chiamerà la mamma
Il babbo ormai sta per tornare
A casa devo andare, uffa
Che voglia ne ho, no, no, no
Che voglia ne ho
 
Un colpo sulla testa
A chi non è dei nostri
Così la nostra festa
Più bella sarà
Saremo noi soli
Saremo tutti amici
Faremo insieme i nostri balli
Il surf e l'hully-gully, ah ah
Che forza sarà
Che forza sarà
Che forza sarà
Che forza sarà.

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