PEPINO DI CAPRI - UN GRANDE AMORE E NIENTE PIÚ

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UN GRANDE AMORE E NIENTE PIÚ

PEPINO DI CAPRI
COMPOSITORI: CLAUDIO MATTONE; FRANCO CALIFANO; DICAPRI & GIANNI WRIGHT
PAESE: ITALIA
ALBUM: IN CONCERTO
ETICHETTA: POLYDOR RECORDS
GENERE: POP
ANNO: 1988
 
   Peppino di Capri, pseudonimo di Giuseppe Faiella(Capri, 27 luglio 1939), è un cantante, pianista e attore italiano.
          Ha al suo attivo una vittoria al Festival della Canzone Napoletana(nel 1970, con la canzone: Me chiamme ammore) e due al Festival di Sanremo(1973, Un grande amore e niente più e 1976, Non lo faccio più). I suoi più grandi successi sono Champagne e Roberta.
        Originario di una famiglia di musicisti (il nonno fu musicista nella banda di Capri e il padre Bernardo, che aveva un negozio di dischi e di strumenti musicali, nel tempo libero suonava il sax, il clarinetto, il violoncello e il contrabbasso in un'orchestra), si esibisce per la prima volta all'età di quattro anni nel 1943 suonando il pianoforte davanti alle truppe americane di stanza sull'isola natale durante la guerra.
         A sei anni incomincia a studiare pianoforte con una severa insegnante tedesca a Napoli, ma nel 1953 incomincia anche a esibirsi con l'amico Ettore Falconieri, che suona la batteria, nei night-club di Capri (il Number Two) e della vicina Ischia(il Rangio Fellone) con la denominazione Duo Caprese. L'insegnante, venuta a sapere la cosa, decide di cacciare Peppino che comincia così a dedicarsi esclusivamente alla nascente musica rock d'importazione americana.
       Il 26 agosto 1956 Peppino ed Ettore riescono anche a esibirsi in televisione, nella trasmissione televisiva Primo applauso, interpretando due brani: Cry e Tu vuo' fa' l'americano condotta da Enzo Tortora; vinsero e, per premio, ottennero un televisore.
      Sempre con Falconieri, detto Bebè, alla batteria, e altri amici (Pino Amenta al basso, Mario Cenci alla chitarra e Gabriele Varano al sax), forma nel 1958 un complesso, i Capri boys, vagamente ispirato ai tipici gruppi musicali rock statunitensi di quegli ultimi anni. Il gruppo incomincia ad avere buon successo nei vari locali delle due isole del golfo di Napoli, a volte rielaborando successi d'epoca napoletani o americani e a volte componendo nuovi brani.
       In particolare il chitarrista perugino Mario Cenci si rivelerà molto prolifico e creativo nella composizione. In quello stesso anno Peppino e Mario si iscrivono alla SIAE. Il cantante firmerà le sue canzoni fino al 1989 con il suo nome di battesimo, in quanto iscritto alla società degli autori con quest'ultimo e non con il suo futuro pseudonimo. In quello stesso anno, Cenci scrive versi e musica di Let me cry.

Io, lontano da te
Pescatore lontano dal mare
Io, chiedo da bere
A una fonte asciugata dal sole
Solitudine e malinconia
I soprammobili di casa mia
Qualche libro, una poesia
E sul piano una fotografia

Io e te
Un grande amore e niente più
Io e te
Le nostre corse fin laggiù
Là dove c' è
La capanna scoperta da noi
Dove tu mi dicesti vorrei...
Amore vorrei... stasera vorrei...

Notti, notti d' amore
Nel silenzio il mio nome, il tuo nome
Ma non risale l' acqua di un fiume
E nemmeno il tuo amore ritorna da me
Solitudine e malinconia
In ogni angolo, in ogni via
Ti rimprovero una sola cosa
Che potevi almeno dirmi scusa

Io e te
Un grande amore e niente più
Io e te
Le nostre corse fin laggiù
Là dove c' è
La capanna scoperta da noi
Dove tu mi dicesti vorrei...
Amore vorrei... stasera vorrei...
Io e te
Un grande amore e niente più
Io e te
Le nostre corse fin laggiù
Io e te...

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